Claudia che raccoglie la sabbia

Il weblog di Claudia

Thu 29 September 05

Pollice verde....(?)

Non sono sicura di avere il pollice verde. Alcune mie piante sopravvivono grazie a (o forse nonostante) le mie cure, altre improvvisamente si suicidano, altre si trascinano in una vita di stenti.
Se almeno tutte avessero bisogno della stessa attenzione... Certo tutte hanno prima o poi bisogno di acqua, però ci sono quelle per cui devi aspettare che il terreno si secchi, quelle che devi bagnare con regolarità ma non troppo spesso, altre che se le ignori per un giorno abbassano subito il capino, altre che le puoi bagnare tanto o poco e se ne fregano abbastanza, altre che sembrano star bene ma vengono subito assalite da parassiti....
Il vero casino è quando piante dai bisogni diversi condividono lo stesso vaso.
15:38:18 - Claudia - categoria: riflessioni  

Mon 26 September 05

Istruzioni

Oggi sono stata in libreria per cercare un libro delle edizioni TEA che si chiama "La salute inizia dalla pancia" - visto a Firenze e stupidamente non comprato subito. Non c'era, c'erano invece tutta una serie di manuali di autoistruzione della stessa casa editrice, due dei quali mi hanno fatto pensare più degli altri. Uno era un libro su "come farsi sposare", l'altro erano istruzioni per far funzionare una coppia... E non erano manualetti da 50 e nemmeno 100 pagine, erano dei volumi di tutto rispetto.
Evidentemente le persone hanno bisogno di imparare ciò che dovrebbe essere naturale e invece non lo è più; le donne devono apprendere le regole per incastrare un uomo senza farlo scappare; alle coppie bisogna dire come parlarsi e come comportarsi vicendevolmente.
Mi rendo conto che è un problema che vivo anch'io, che vive chiunque sia arrivato alla mia età fuori da una coppia fissa, con tutto l'insieme di frustrazioni, delusioni, paure, aspettative, sogni, tratti del carattere, abitudini consolidate, pigrizie fisiche e mentali.
Da una parte mi incuriosirebbe leggerli, tanto per capire se c'è qualcosa di preciso in cui sbaglio, dall'altra lo trovo un pochino triste, né sono mai riuscita ad impormi comportamenti che non mi venissero naturali.
Sicuramente sono in buona compagnia.
Ne approfitterò per copiare questo pezzo di Bridget Jones 2 che avevo segnato e che ho ritrovato risfogliando il romanzo qualche giorno fa (lo tradurrò anche vah!):

BJ ha litigato con Mark; la richiama lui ma lei non è in casa e le lascia un messaggio dicendo che riproverà più tardi; lei pensa che voglia dire che non deve richiamare lei.

"11 p.m. He hasn't rung. Oh f**k. Am so confused. Whole dating world is like hideous game of bluff and double bluff with men and women firing at each other from opposite lines of sandbags. Is as if there is a set of rules that you're supposed to be sticking to, but no one knows what they are so everyone just makes up their own. Then you end up getting chucked because you didn't follow the rules correctly, but how could you be expected to, when you didn't know what they were in the first place?"

"11 di sera. Non ha chiamato. Oh cazzo. Sono così confusa. Il mondo delle coppie è tutto un gioco di inganni e doppi inganni con donne e uomini che si sparano a vicenda da trincee opposte. E' come se ci fosse un set di regole da seguire, ma nessuno le conosce e quindi ognuno si inventa le proprie. Fino a finire per venir mollata perché non hai seguito le regole correttamente, ma come si poteva supporre che lo facessi, se non sapevi quali fossero? "
19:08:44 - Claudia - categoria: riflessioni  

Fri 16 September 05

Indubbiamente io2

Ultimamente mi sembra di essere diventata una regista di sequel, visti i titoli che trovo...
Be' cmq, certo che in questo blog quando sono di buon umore scrivo un sacco di belle cose, e ci credo anche, e mi sforzo e mi impegno a crederci, poi però torna sempre fuori la buona vecchia Claudia, bambina un po' egoista e impaziente che quando rimane male si ripiega e piagnucola, anche se le circostanze non sono oggettivamente gravi e nessuno ne ha colpa.
Sono la protagonista di investimenti inconsapevoli che diventano evidenti soprattutto quando i risultati non sono definiti o non sono positivi.
Se analizzo l'andamento della giornata scopro che stamattina sono andata a scuola sorridendo in parte perché mi ero liberata con la mail ai colleghi e in parte - buona parte - per la telefonata di tre quarti d'ora prima di andare a dormire. Sono uscita da scuola alle 4.30 con la testa che mi girava ma abbastanza soddisfatta per un orario provvisorio sulla buona strada, poi sono andata a fare la spesa convinta (pur sapendo che non era certo) di farla per due per almeno un paio di pasti. Vado a letto di umore grigiasto perché non è così. Ma soprattutto vado a letto pensando all'impressione che do e alla fatica che faccio fare agli altri con le mie menate.
22:08:34 - Claudia - categoria: riflessioni  

Thu 15 September 05

Ai colleghi

Riporto il testo di mail inviata ai miei colleghi di cui ho indirizzo, della quale farò copia da dare a chi mi assilla.
"Cari colleghi,
scrivo questo messaggio a tutti quelli di voi di cui ho l'indirizzo, comprese le mie compagne nel lavoro dell'orario e colleghi di Appiano.
La pressione emotiva in questi giorni si sta facendo sempre più forte e l'ansia sale. Credo di non essere tagliata per questo tipo di lavoro.
Da domani (venerdì) in tarda mattinata forse ma più probabilmente nel pomeriggio pubblicheremo una bozza di orario definitivo in vigore dalla prossima settimana (dovrebbe partire già l'orario pieno).
Quello che troverete però è un orario che per alcuni, anzi direi molti è demenziale. Non so a quante persone vengono blocchi di 5 ore; tante tante.
Così come non per tutti siamo riuscite a rispettare desideri espressi tipo non entrare la prima ora o non uscire alla una il sabato o avere il sabato libero o non avere il pomeriggio o non avere troppe ore buche e ancora non so cosa si riuscirà ad aggiustare col labor limae dei prossimi giorni.
Quello che vorrei cercare di farvi capire è che il lavoro non è personalizzato. Una volta codificate tutte le attività (blocchi di una o due ore a cui si assegna una classe, uno o due docenti, una materia, laboratorio o palestra se serve) e bloccati alcuni momenti (i giorni liberi e quant'altro) il povero programma cerca di infilarle dentro tutte nei giorni in cui le classi ci sono. Ma più vincoli gli diamo, più sabati gli blocchiamo o più pomeriggi o prime o ultime ore, o più gli diciamo che un'attività (tipo la terza area o le ore in palestra) debbono stare lì e basta, più lui si troverà nell'impossibilità prima di tutto di rispettare quelli che sono i requisiti che lui conosce (massimo di 4 ore per giorno, non ripetere la stessa materia nella stessa classe in un giorno e via dicendo). E dovendo ignorare l'uno e l'altro vincolo pur di non lasciare attività in sospeso vengono fuori le schifezze di cui sopra.
E' bravo eh il programma, ma non è che se gli diciamo che tutti vogliono il sabato libero e lavorare dalle 9 alle 12 lui ce la può fare. E nemmeno gli posso dire "Ha detto il / la prof xxyy che l'anno scorso il pomeriggio l'ha fatto e allora quest'anno non metterglielo perché non è giusto e se glielo metti non farlo entrare alle 8 di tutti i giorni ma se proprio non puoi almeno fallo uscire tre volte a mezzogiorno ...." .
So che tutti direte "E' logico" però nel momento in cui fate una concessione spesso fate cmq una richiesta diversa senza percepire come la vostra richiesta potrebbe non conciliarsi affatto con quelle degli altri o con le esigenze di un curricolo così complesso come il nostro; noi al programma ancora non abbiamo imparato a dire di equilibrare le "scomodità" più di quanto già non faccia nei complicatissimi calcoli per cui è programmato. Né è possibile fare mille tentativi per ognuno (tipo blocca il mercoledì a xxxyyy poi però prova bloccando il giovedì invece poi prova col sabato....) .
Ognuno di noi è incastrato con qualcun altro che è incastrato con qualcun altro ancora e il tutto nell'ambito di un orario in cui il servizio della scuola è erogato per forza..... A qualcuno va bene e spesso è pura fortuna.
Quali sono le condizioni che più rendono difficile fare un orario ottimale? Le codocenze in cui gli insegnanti hanno giorni liberi diversi o esigenze di entrata / uscita diversa. Gli spostamenti tra sedi (e cara grazie quast'anno sono pochissimi quelli che sono su scuole diverse). I blocchi di due ore, tutti, quelli coi laboratori poi peggio che mai. Le ore di educazione fisica che devono essere così per forza per riempire al massimo le palestre. I part-time su tre giorni che devono andare in codocenza con persone che non ci sono in tutti quei giorni. I blocchi di tre ore della terza area al mattino. E a seguire le ore in laboratorio, l'integrazione al pomeriggio per prime e seconde ecc. ecc.
Forse qualcuno di voi starà annuendo poi però già lo so che molti ancora diranno "Eh ma non è giusto" quando vedranno il proprio orario "Io non ho mai chiesto niente e guarda qui come mi trattano..." . E io, Claudia, ci sto male ve lo dico con tutta la sincerità possibile. Il prossimo anno francamente non lo voglio più fare, mi dimetto da ora per l'incarico 2006-07. Che lo faccia qualcun altro perché come ha detto una mia nuova compagna di (s)ventura finché non provi non sai cosa vuol dire.
19:10:45 - Claudia - categoria: riflessioni  

Sun 11 September 05

Accessibilità

Distrutta nel fisico e in parte nel morale dalle ore a scuola della settimana e con poca forza di scrivere notizie su di me (anche perché non ce ne sono), trascrivo interamente la lettera che ho appena scritto al direttore de La Provincia di Como. Giudicate voi.

"Egregio Direttore,
questa mattina verso le 10.45 ricevo un sms da un amico inglese in sedia a rotelle, Paul Slay (mi ha chiesto espressamente di fare il suo nome) in vacanza dalla madre che abita a Legnano. E' alla stazione di Milano Centrale con un amico e chiede se è possibile venire a Como da lì. Io controllo gli orari e glieli comunico. Mi riscrive dicendo che il primo treno non ha accesso per disabili e dovrà aspettare quello delle 12.25; nel frattempo ha comprato il biglietto.
Insospettita - soprattutto pensando alla stazione di San Giovanni - guardo se trovo notizie su Internet e telefono al numero indicato per informazioni sull'accesso ai treni ai disabili (numero a pagamento peraltro). Spiego la situazione e mi dicono che in ogni caso sarebbe impossibile per il mio amico scendere a Como perché non ha prenotato il servizio almeno 12 ore prima. Ci vuole un operatore che faccia funzionare il montacarichi e questi deve avere il tempo di arrivare da Milano?
Comunico la notizia al mio amico.
Dopo aver dovuto litigare aspramente per ottenere il rimborso del biglietto vendutogli, sono ora le ore 15 e Paul è ancora in stazione per cercare di tornare a Legnano?.
Mi chiedo perché uno straniero in sedia a rotelle che arrivi in Italia e desideri viaggiare in treno debba sapere che non in tutte le stazioni è possibile scendere dal treno o raggiungere l'uscita della stazione a meno di non organizzarsi in anticipo. Credo che sia logico immaginare, per quanto ingiusto, che non tutti i treni siano ancora attrezzati per accogliere una sedia a rotelle, ma che ci voglia una persona che va avanti e indietro dalle stazioni "minori" per operare il montacarichi mi pare davvero assurdo. E il personale viaggiante? Troppo occupato a controllare che siano stati obliterati i biglietti?
Spero che questa mia lettera sia di stimolo al vostro giornale, che si è già occupato in passato di problemi molto simili, per ottenere maggiori informazioni in proposito.
Distinti saluti
CC"
15:21:13 - Claudia - categoria: riflessioni  

Tue 06 September 05

Movies

Chissà perché i film sembrano andare dove vado quando decido di vederne uno - o forse sono io che cerco di immedesimarmi perché ne ho bisogno.
Tra ieri e oggi ne ho visti due, tanto per dimenticare un po' il lavoro sull'orario che oggi mi ha tenuto a scuola fino alle 6 (ora in cui siamo state cacciate).
Ieri Big Fish di Tim Burton; un bel film, una storia di fantasia forse, ma di quelle che cercano di insegnare che ciò che conta è il modo in cui si guarda la vita e non tanto come è oggettivamente.
Stasera la versione cinematografica di una storia vera, Under the Tuscan Sun, ambientato a Cortona (che ho riconosciuto prima che la nominassero). Una scrittrice americana mollata dal marito compra una casa in Toscana sognandovi un matrimonio e una famiglia, e il suo sogno s'avvera, solo non nella forma che pensava. Il matrimonio è quello di un giovane muratore polacco con la figlia dei vicini e la famiglia è la bimba appena nata di un'amica lesbica andata a vivere con lei.
Risultato: piantino in entrambi i casi.
Ieri ho ricevuto una foto di mia sorella con Simon Nicol a Cropredy : ho avuto un momento di grande felicità .
E' davvero difficile cercare di dare un senso a tutto quanto e non cercate di darne a questo post perché probabilmente ce n'è poco. Ma stasera non riesco ad essere di buon umore. Sarà la fase post PMS (cioè quella della piena MS - guai mensili che affliggono noi donne).
23:17:58 - Claudia - categoria: riflessioni  

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