Claudia che raccoglie la sabbia

Il weblog di Claudia

Thu 16 November 06

Suoni

L'altro giorno ascoltavo un CD di K.D. Lang che non mi emozionava per nulla. Voce limpida, pianoforte impeccabile, tutte canzoni certamente patinate, ben suonate, di quelle che raccontano storie e che dopo un po' .... a me fanno venire una noooooia. E suvvia, mi veniva da dire, un po' di vita, che diamine!
Stamane invece stacchettino su radio 24, sempre voce (questa volta maschile) e pianoforte con tappetone di violini, sensazione di tristezza ben maggiore, o di nostalgia, o di strazio? Beeeella ... Cosa sarà? E' durata un minuto, serviva solo da intervallo. Be' ho dovuto accendere il piccì (tanto entravo alle 9) e cercare subito cosa cavolo fosse (solito metodo: googolare con due frasette che ricordavo chiuse tra virgolette e seguite da "lyrics") e tracchete, scoperto subito. Eccone qui un sample... http://www.justinhayward.com/media/audio/thebest.mp3
Si chiama "The Best Is Yet to Come" ed è di Justin Hayward, che solo ora scopro essere il cantante dei Moody Blues nonché di diverse colonne sonore recenti (tra cui Lord of the Rings). Ah, adesso capisco. I Moody Blues non è che proprio siano mai stati degli allegroni (dal nome del resto...) però fanno parte di quella categoria di musicisti da lacrima, di quelli spesso tristi ma emozionanti; malinconici? E quella voce...
Se fossi più intelligente e preparata e ricca di quello che sono sponsorizzerei una ricerca sul perché certe canzoni colpiscano in una certa maniera anche quando sembrano assomigliare come genere ad altre che invece proprio non prendono. Mi accontenterò di continuare a sorprendermene.
16:10:30 - Claudia - categoria: riflessioni  

Wed 15 November 06

Elisabeth

Ieri sera ho visto la prima parte della mini-serie su Elisabetta prima, interpretata dalla stessa brava attrice che interpreta la seconda regina Elisabetta nel recente film, Helen Mirren.
Non so quanto filologico sia questo lavoro, ma non vorrei dubitare che si basi su documenti storici rigorosi. Certo è che la donna che ne emerge è una donna vera, superbamente interpretata nelle sue crisi, nei suoi tentennamenti, nei suoi affetti, nel suo coraggio, nel suo tormento nascosto per i desideri di persona normale sacrificati alla ragion di stato. Una donna tanto vera da essere tutt'altro che anacronistica.
Una delle prime scene mostra la regina durante una visita ginecologica, in cui si conferma la sua "normalità" (cioè capacità di avere ancora figli); sono passati 19 anni dall'ascesa al trono quindi Elisabeth ha circa 44 anni. In altre scene parla come se in effetti non avesse perso le speranze ("Cosa pensi, che non mi piacerebbe stringere tra le braccia un bambino?"). Nei suoi rapporti amorosi (sia col favorito, Robert Dudley, un fi**issimo Jeremy Irons, che col duca d'Anjou, col quale per un attimo pensa davvero di sposarsi) si comporta come una ragazzina; quasi quasi si percepisce il batticuore.
Forse è per quello che ho dormito male e mi sono svegliata alle 4 con pensieri depressi e rivolti, come spesso, alla presa di coscienza sull'ineluttabilità del tempo che passa. Non ho ragion di stato a cui sacrificare le mie scelte ma uno stato di ragionevolezza che mi fa capire che certe scelte, per quanto tanto desiderate, non si possono fare. Forse è per quello che oggi ho così spesso la lacrimuccia.
16:47:18 - Claudia - categoria: riflessioni  

Thu 09 November 06

Pace

Un'altra morte oggi tra le notizie. Ma non una di quelle che fanno piangere e disperare; non me, che non conoscevo questa persona, non i (pochi) parenti più stretti rimasti. E' morta la mamma di una delle vittime della strage di Bologna: era stata mamma, nonna, suocera, moglie. In quell'attentato di 26 anni fa perse il figlio, la nuora, il nipotino di 6 anni; pochi mesi dopo il marito di crepacuore. E di lì a tre anni venne la decisione di entrare in clausura, dove è rimasta fino a ieri.
I più cinici commenteranno che è fuggita dalla vita, che ha trovato l'unico modo di sopravvivere isolandosi dal mondo. Chi più crede dice che è stata toccata dallo spirito santo; che quello che ha provato è vera fede, vero perdono, vera pace. Io mi sento in mezzo. Non trovo sia giusto giudicare cinicamente una scelta non da tutti; forse stare in clausura può sembrare desiderabile in certi momenti della vita ma non credo che sia mai l'opzione più semplice. Dall'altra parte non riesco a provare per me qualcosa di simile ad una vera fede, non riesco a non essere attanagliata da dubbi su tutto, e quindi non posso davvero capire appieno quello che può aver provato e vissuto in questi anni.
A costo di banalizzare l'evento comunque mi consento due riflessioni.
La prima è che qualsiasi attentato di quel genere, di qualsiasi matrice politica o religiosa, è uno sconquasso umano, un non-senso che non può trovare giustificazioni e che va condannato, pur evitando le demonizzazioni generalizzate (vedi anche http://www.bonimba.splinder.com/1122990632#5415388).
La seconda è che, se al di là dei bollini di "vero cattolico", "musulmano fondamentalista", "hindu" o "buddista", più gente, a partire da me stessa, riuscisse a prendere un po' più esempio da persone così, smettendola di ululare per le mancanze e i peccati degli altri, forse al mondo ci sarebbe un pochino più di pace.
Ad ogni modo io non posso fare a meno di sperare che ora lei si sia potuta ricongiungere con tutti i suoi cari. Lo spero per lei, lo spero anche per me.
15:24:29 - Claudia - categoria: riflessioni  

Mon 06 November 06

Night and day

C'è una grandissima differenza per me tra il giorno e la notte, e non è solo un modo di dire. Durante la notte, quando mi sveglio e sono puntualmente le 5.30 - anche ora che è tornata l'ora legale - mi assalgono tutte le angosce, la paura di non farcela, l'impressione di avere come sempre troppa carne al fuoco, la voglia di non fare nulla...
Di giorno poi invece faccio quello che riesco, anche se non sempre è tutto quello che mi ero prefissata. Certo non sono un esempio di calma ma nemmeno un fascio di nervi tesi. Certe volte poi mi viene una gran contentezza per l'avere così tanti interessi e così tante competenze... Salvo che poi torna la notte...
Certo, non è più una questione di insonnia grave come da appena mollata. Più che altro, che mi danno noia sono la puntualità nel risveglio anticipato e l'incapacità di riaddormentarmi se so che dopo un'ora a e rotti mi devo alzare.
Da oggi cmq ho spostato la radio-sveglia in bagno, ho staccato TV e video-registratore (in attesa di portarli nella stanza grande, tanto a letto non li guardo mai lo stesso) e ho messo solo una sveglia analogica. Vediamo se le onde elettromagnetiche degli apparecchi e il bagliore del display contribuivano ad aggravare questi fenomeni....
12:09:34 - Claudia - categoria: riflessioni  

Thu 02 November 06

Low Fi

Questo è un elogio alla musicassetta. Sì, proprio a quell'affarino di plastica contenuto in una scatola, essa pure di plastica, così facile alla caduta accidentale con conseguente rottura di piccole parti vitali per la chiusura; quell'affarino con l'interno di nastro magnetico così propenso alla smagnetizzazione e/o impiglio e/o rottura e/o accartocciamento. Già. Ma cosa si è perso chi non ha mai provato a registrarsi un desideratissimo disco comprato da un amico e che noi proprio non ci potevamo permettere? O a gettarsi con ardore sul pulsante rosso del radio-registratore per catturare la canzone preferita, magari senza inizio o senza fine o con il commento di qualche inopportuno deejay? O a dare o ricevere la classica compilation personalizzata per il o dal morosino/a di turno? O a registrarsi il disco comprato per poterselo sentire in vacanza? E quanti ricordi si racchiudono in tutte quelle scatolette sopravvissute all'usura del tempo e ora nascoste in comodi contenitori dell'IKEA così da non prendere polvere?
E' vero che non c'è niente che non si possa fare ancora, con maggiore nitidezza del suono, con maggiori solidità e affidabilità, con minor dispendio di energie nel dover cercare, attendere, elemosinare o, semplicemente, nel dover girare lato ogni mezz'oretta... E non sono certo quella che rimane indietro e non accoglie con gioia le possibilità offerte dal mondo di oggi - soprattutto per quanto riguarda la facilità nel reperire quello che si desidera.
Però... però ho l'impressione che il sempre più sterminato numero di canzoni che uno può ascoltare su un lettore di MP3 alla fine copra con una coltre impenetrabile il significato che una singola canzone bramata o regalata o fissata in un momento particolare può donare. Mi chiedo quanti dei miei alunni tra 20 anni proveranno un'emozione simile a quella che ho provato ieri nel riascoltare la registrazione di una disco di Dave Seamer al Rye St Antony nell'estate del 1983. Quindi ... la musicassetta è morta, evviva la musicassetta.
15:18:32 - Claudia - categoria: riflessioni  

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