Claudia che raccoglie la sabbia

Il weblog di Claudia

Wed 13 June 07

Words and Rules

Ho appena finito di rileggere il libro Words and Rules di Steven Pinker di cui ho già parlato tempo fa in questa sede.
Nonostante le critiche che mi è capitato di trovare in giro per il web e qualche perplessità che mi è sorta qui e là, l'ho trovato estremamente interessante (anche questa volta intendo) e molto plausibile.
L'autore sostiene che il linguaggio è regolato essenzialmente dall'interazione tra un dizionario mentale che viene memorizzato (e che comprende parole, locuzioni, forme irregolari ecc.), e un set di regole (prefissi, suffissi, desinenze, declinazioni..) che deduciamo o impariamo e che ci permettono di generare combinazioni infinite e di manipolare le parole nuove. Queste due funzioni sarebbero controllate da aree diverse del cervello.
Per provare la sua tesi usa il funzionamento dei verbi regolari e irregolari in inglese. Quasi tutto il libro (di oltre 300 pagine) gira infatti intorno a quell'argomento, ragione per cui non credo sia stato tradotto in altre lingue, o quantomeno non in italiano.
Gli irregolari sarebbero voci memorizzate nel dizionario mentale, benché siano in effetti residuati di quelle che erano "regole" una volta; quando abbiamo bisogno di coniugare al passato un verbo come "give", dobbiamo "bloccare" l'applicazione della regola (che ci direbbe di aggiungere il suffisso -ed) e usare invece "gave", a patto di riuscire a recuperare la forma irregolare abbastanza velocemente. Se non siamo tanto sicuri, per esempio perché il verbo è a bassa frequenza d'uso, è possibile che ricorriamo all'uso della forma regolare; se questo fenomeno si ripete spesso per quel particolare verbo, la forma irregolare si perde nello spazio di poche generazioni.
Pinker non ignora comunque nemmeno il fenomeno contrario e cioè la creazione di nuove forme irregolari per analogia con altre "simili" già esistenti.
La teoria è frutto di una ricerca fatta anche attraverso esperimenti con bambini, adulti di ogni età e livello di istruzione nonché attraverso l'osservazione degli effetti di specifiche difficoltà di apprendimento, di lesioni cerebrali o malattie come l'Alzheimer o il Parkinson.
Non mancano i riferimenti filosofici, che qualcuno valuta come deboli ma che a me, nella mia grande ignoranza in materia, sono sembrati interessanti. In particolare mi è piaciuto l'ultimo capitolo che si chiama "A digital mind in an analog world" (cioè, "una mente digitale in un mondo analogico"), dove Pinker suggerisce che la mente umana è un sistema ibrido che maneggia sia universali netti e immutabili, che determinano l'appartenenza ad una precisa categoria, sia associazioni (o "familiarità") sfocate, che si sovrappongono in parte l'una all'altra - un po' come i cerchi olimpici (in particolare fa riferimento ad Aristotele e a Wittgenstein). Gli universali ci servono per poter meglio ragionare e predire comportamenti o risultati. La familiarità è quella invece che ci consente comunque di trarre delle conclusioni da ciò che osserviamo nel momento in cui sarebbe troppo complesso applicare tutte le regole in gioco. "Molte delle cose che ci circondano non potrebbero essere definite da nessuna raccolta di leggi perché hanno preso forma da una miriade di eventi storici che non sono più visibili a noi". Come i verbi irregolari.
"Abbiamo visto come molta delle ricchezza della lingua venga dalla tensione tra parole e regole. Allo stesso modo, molta della ricchezza nella sfera pubblica viene dalla tensione tra le categorie di familiarità costruite attraverso l'esperienza e le categorie classiche definite da scienza, legge, costumi. Le categorie di familiarità risuonano di senso comune ma ci lasciano interdetti di fronte a ciò che non sembra né carne né pesce. Le categorie classiche offrono nette separazioni ma spesso danno l'impressione di essere legalistiche, pedanti o astruse. (...) Abbiamo una mente digitale in un mondo analogico. O meglio, una parte delle nostre menti è digitale. Ricordiamo entità familiari e i loro tratti graduati e trasversali, ma generiamo anche nuovi prodotti mentali ragionando per regole.(...) Le parole e le regole danno origine al vasto potere espressivo della lingua, permettendoci di condividere i frutti del grande potere creativo del pensiero."
Amen

E per una sintesi (di circa un'ora) ecco il video di una lecture di Pinker stesso sul libro. (mi è stato molto utile per "ripassare")
http://mitworld.mit.edu/video/143/
21:58:26 - Claudia - categoria: spunti  

Mon 11 June 07

Colors

Ho preso l'ispirazione da tre piattini dell'Ikea che stavano ad asciugare ... uno giallo, uno verdino e uno azzurro. Era bellissimo vederli insieme e ho cercato di riprodurre quell'accostamento anche nel mio sito. Il limite - se così si può chiamare - è che bisogna rispettare i contrasti minimi perché le scritte siano leggibili sullo sfondo, quindi non ho potuto essere esageratamente audace, comunque sono contenta del risultato.
I cambiamenti principali li ho apportati al sito ma qualcosa si nota anche qui.
E per chi non avesse ancora mai usato un css: ma lo sapete quanto è comodo cambiare in un file solo ed eventualmente cambiare idea di nuovo?
20:18:35 - Claudia - categoria: spunti  

La politica a scuola

Ho messo insieme alcuni pensieri che ho postato sul forum della scuola in un thread che riguarda alcune scritte apparse qualche mese fa sui muri esterni dell'istituto a seguito (mi pare) di uno show andato in scena nell'aula magna dell'università (che, per chi non lo sapesse, una volta era del Seti) . Lo show era di un gruppo di musica dichiaratamente militante nella destra estrema, le scritte erano di stampo estremista di sinistra.
Chi ha iniziato il thread ha simpatie per una delle suddette frange estreme, e ha fatto comparire in classe simboli e volantini che mi hanno fatto stare piuttosto male - anche in virtù del fatto che è la classe dove mi trovo meglio. Stamane ne parlavamo con una mia collega, che si è dimostrata molto equilibrata e molto molto apprezzabile per ciò che mi ha detto. Da questa discussione sono scaturiti questi pensieri, che riporto qui perché questo blog è e vuole essere anche un archivio di quello che sono le mie opinioni.

"Vorrei fare due riflessioni, collegate ma da distinguere.
Una è che le scritte vandaliche sono deprecabili qualunque sia la loro "destinazione": i muri esterni di una casa privata o di un edificio pubblico, ma anche i banchi di scuola che qualcun altro dovrà utilizzare o pulire, i muri di una classe o di un laboratorio e quant'altro.
Denotano una mancanza di rispetto dell'altro, chiunque questo sia, qualunque siano il suo pensiero o le sue simpatie.
Se solo chi si rende colpevole di questi atti si fermasse a pensare, a mettersi nei panni dell'altro, forse ci penserebbe almeno due volte. In fondo molti di voi hanno sottolineato il fastidio che provano se le cose toccate appartengono a loro.
La seconda riflessione riguarda invece la politica a scuola.
Trovo che sia inevitabile che si trovino insegnanti e alunni che la pensano in maniera diversa, e trovo che sia anche compito della scuola promuovere il dialogo, insegnare a distinguere quali sono i pensieri di una parte e i pensieri dell'altra ma anche a rispettare e valutare criticamente le opinioni diverse dalle proprie.
Io però alla stregua delle scritte sui muri valuto i volantini, i simboli, gli slogan di stampo estremista che compaiono dentro la scuola e dentro le classi.
E, per par condicio e assolutamente a prescindere da quelle che sono le MIE simpatie politiche o le mie opinioni, ci metto dalle affermazioni contro la polizia ai volantini di azione giovani, dalle croci celtiche alle falci e martello .
Forse perché nella mia vita (più lunga di quella di molti di voi) ho avuto momenti di "assoluta certezza" che si sono sciolti nel dialogo, nel confronto, nel porre attenzione a quello che chi non urlava aveva da dire; forse perché sono di natura refrattaria agli estremismi; forse perché ogni volta che penso qualcosa provo a pormi in situazione dialettica, a valutare i pro e i contro, o a che cosa "farei io se...". Fatto sta che mi infastidiscono e fanno star male tutte quelle manifestazioni di prevaricazione (o auspicata tale) dell'uno sugli altri, le ingiustizie, i razzismi di qualunque colore.
Ci ho pensato un po' prima di scrivere questo. Vuole essere un augurio perché ognuno di voi impari a pensare con la propria testa e non con quella dei suoi genitori o dei suoi insegnanti o del proprio gruppo di coetanei."
15:10:01 - Claudia - categoria: spunti  

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