Oggi ho capito che amo le simmetrie asimmetriche, ed è successo con chiarezza mentre sistemavo dei vasetti e dopo che ieri ho comprato altre piantine per i miei balconi. L'asimmetria totale o l' "errore" o il "buco" mi infastidiscono. Ma nemmeno cerco la simmetria fredda e perfetta, l'identicità. E' un po' come nel gotico (che poi si ispirava esplicitamente alla natura), dove ogni colonna ha il suo capitello diverso dagli altri ma dove ci sono sia un ordine complessivo che una bellezza inesplicabile.
Così è con gli ambienti, così è con le persone.

Se prima di andare da V per Pasqua il gigante depresso prevaleva sul titano allegro, è doveroso rimarcare come la situazione si sia ribaltata durante i tre giorni che ho passato su - o giù (su in collina, giù a sud del Po). E il merito non è solo delle attenzioni, dell'affetto, delle coccole di V né solo del bellissimo tempo e delle belle passeggiate fatte. Certo se non ci fossero state tutte queste cose probabilmente non sarei stata così contenta, però è stato un po' anche merito di come sono partita e delle sforzo che sto facendo per contenere le tristezze che mi vengono spontanee. E lo sforzo è cosciente e continuo. Vuol dire sempre stare attenta, pensare a cosa mi succede quando non sto bene o semplicemente "non ho voglia" e provare ad andare oltre. Questo non sempre mi riesce e penso che mai completamente mi riuscirà. In fondo se uno è pigro lo è per sempre. Lo sforzo è più che altro nel contenimento, almeno finché le condizioni esterne sono oggettivamente favorevoli, così che anche quando sono sfavorevoli io abbia un metodo per arginarne gli sconquassi.