Claudia che raccoglie la sabbia

Il weblog di Claudia

Fri 06 February 09

Fanca**ismi

Gli alunni che non fanno quello che dovrebbero fare mi fanno spesso innervosire, ma posso pure capire che alcuni di loro aspettino di iniziare a "vivere" (i.e lavorare) prima di applicarsi. Io non ero una studiosissima ma mi aiutavano la curiosità e l'entusiasmo, ed è forse più quando mancano quelli nei ragazzi che mi viene la tristezza.
Ma quello che mi fa davvero incavolare sono alcuni colleghi. Fortunatamente non tutti e nemmeno la maggior parte se vogliamo. Però ci sono esempi di tale indecenza da farmi suonare brunettiana ! Colleghi che arrivano sistematicamente alle 8.20 a scuola, oppure si attardano tra un'ora e l'altra; altri che, oltre a questo, non si sognano di svolgere i programmi, telefonano in classe, valutano alla ca**o , ma nemmeno fanno finta di nascondersi... no no, presuntuosi e arroganti, attaccano prima di essere attaccati.
L'altro giorno in consiglio di classe un tipico esempio ha minacciato di scrivere ai giornali per denunciare lo scandalo degli insegnanti che vogliono impedire agli alunni di uscire dalla scuola per fare le visite aziendali "che danno lustro alla scuola e preparano gli alunni alla vita". In realtà, fatti i conti tra stage(15 giorni), gita (5 giorni), giornata sulla neve (1 giorno) carnevale (2 giorni), uscite già programmate(3 o 4), orientamento (8 ore) e venutoci lo sconforto (la classe è all'ultimo anno e non è proprio quel che si dice né studiosa né autonoma), gli avevamo semplicemente chiesto di organizzare la sua visita (saltata fuori all'ultimo momento) possibilmente quando anche l'altra metà della classe (di altro indirizzo) era fuori. Lui si è messo a urlare che non potevamo certo dettare noi le condizioni, e che tanto lui quel giorno lì (il primo di rientro dopo Pasqua) non c'è (furbissimo eh?) ... Mi sono messa ad urlare anch'io, non ce l'ho fatta a trattenermi e se non fosse che c'erano fuori i rappresentanti e sono stata zittita, gli volevo dire che gliela scrivevo io una bella lettera ai giornali. Aggiungiamo che era arrivato al consiglio prima con 20 minuti di ritardo senza scusarsi, col telefono in mano e che quest'ultimo gli era squillato una o due volte.
Che vomito. Se penso che questa persona porta a casa gli stessi soldi miei...
17:43:24 - Claudia - categoria: riflessioni  

Mon 15 December 08

La scuola che vorrei

La scuola che vorrei è una dove le discipline non hanno dei confini così netti come quelli che sono stati tracciati dai programmi e che molti docenti scavano ogni giorno sempre più profondi. Lo so che nessuno può essere tuttologo (pur avendone l'ambizione) - i Leonardo da Vinci non esistono più. So anche che per ciascuna disciplina non basta il tempo di una vita per approfondire tutto ciò che di essa si può imparare.
Ma che bello sarebbe lo stesso se ognuno di noi facesse uno sforzo per capire come agganciarsi a qualcun altro in alcuni momenti del suo insegnare.
In questi mesi in cui ho imparato pochissimi rudimenti di chimica mi sembra di aver colto come riflettere su una lingua possa aiutare ad apprendere la chimica e la chimica ad apprendere una lingua. Sto leggendo il Teorema del Pappagallo e, pur avendone letto meno di un quarto, mi sembra di capire che l'idea è quella di togliere la matematica dall'astrazione che tanti odiano per calarla nella sua prima funzione, quella di spiegare la realtà.
Il fine più importante di ciascuna disciplina scolastica non dovrebbe essere quello di provare a far capire il mondo agli alunni mentre cerchiamo noi stessi di venirne a capo? Certo, mille sono le sfaccettature e i punti di vista da cui si può guardare, e ognuno trova il suo punto di osservazione privilegiato, ma se ogni tanto, non dico sempre, provassimo a fare un passetto più in là?
19:14:15 - Claudia - categoria: riflessioni  

Sempre più presto

In un mondo - o meglio, in una parte di mondo - in cui tutti hanno fretta, in cui i limiti di velocità stanno stretti e sembra sempre che manchi la terra sotto i piedi ... anche i supermercati si adeguano.
Oggi ero al Bennet e tra una strenna natalizia e l'altra ... erano già esposti gli articoli di carnevale!
Se andiamo avanti di questo passo, il prossimo dicembre ci saranno le cose di Natale, sì, ma quelle dell'anno successivo!
18:47:21 - Claudia - categoria: riflessioni  

Sun 07 December 08

ITunes U

Per il mio ultimo compleanno (ormai più lontano del prossimo) ho ricevuto da V il regalo più bello di sempre, un Ipod touch. Che fosse un aggeggino speciale già si era capito, ma dopo 9 mesi ormai mi posso dire addicted. In particolare ci sto scaricano una marea di video lunghi e corti sulle scienze - chimica, evoluzione, algebra.... - il fatto è che più trovo più vorrei trovare e guardare. E' come moltiplicare le possibilità di capire ma ho un timore... mi renderà più schizofrenica e frammentaria nelle conoscenze? Ma intanto io scarico..
17:19:00 - Claudia - categoria: riflessioni  

Mon 01 December 08

December already

E' già dicembre, un mese di silenzio quasi, dovuto anche ancora alla mancanza di adsl, che mi rallenta nelle operazioni su Internet. Ormai sono quasi tre mesi che sono senza e, nonostante le rassicurazioni ricevute qualche settimana or sono anche dal mio amico (sul fatto per esempio che la mia pratica sia in mano ad una task-force...), non ho più nemmeno tante speranze; qualunque promessa mi sia stata fatta è stata disattesa e le uniche affermazioni realistiche sono state quelle di chi mi ha detto di aspettare (le calende greche). Ho avuto notizia di persone che, in situazione molto simile, hanno atteso 8, 9 mesi, pensate che ottimismo posso avere...
Per il resto sono di umore strano, sospesa tra gioie profonde e ansie più o meno determinate.
Tra le gioie ci sono stati sia il compleanno di V - bello e pieno di emozioni (come del resto è sempre il vedersi)- ma anche il fatto di avere trovato una vera valanga di ex-alunni su Facebook. E' iniziata con pochi vecchi, ma ora siamo sulla sessantina, con molti gruppi classe più o meno "antichi" di cui non avevo notizia da tempo; sarà da gasona, ma il fatto che molti mi scrivano parole non solo di grande affetto ma anche di ringraziamento e complimento mi inorgoglisce davvero. Del resto nel nostro lavoro è così difficile percepire una soddisfazione immediata ed è così facile cadere nello sconforto dopo, per esempio, la correzione di diversi pacchi di verifiche...
Le ansie sono invece dovute sia a qualche preoccupazione personale che a qualcuna più globale... Quelle personali sono legate soprattutto alla voglia e alle idee di fare una marea di cose contro la consapevolezza che non tutto è possibile e che, soprattutto, io sono PIGRA e portata più all'entusiasmo che alla sistematicità!
Quanto a quelle globali, beh... sembrerà banale ma a volte mi pare di vivere all'inizio di un film catastrofico - allagamenti, trombe d'aria, incidenti, attentati, crisi economica, inquinamento, malattie. So di essere fortunata a stare come sto e da una parte mi intristisce ciò che capita a molti altri, dall'altra mi viene paura di trovarmi coinvolta anch'io in qualcosa di brutto.
Tra poco sarà il quarto compleanno del blog e tempo di bilanci di fine anno. Speriamo di avere almeno l'adsl per poterli fare in tutta tranquillità! :-)
17:04:58 - Claudia - categoria: riflessioni  

Wed 22 October 08

Musicophilia

Sto per finire il libro di Oliver Sacks che ha il titolo di questo post e che, come sempre del resto, consiglio a tutti di leggere.
Per me questa lettura si innesta su alcune riflessioni che da parecchio tempo faccio nelle ormai bisettimanali passeggiate per e da scuola. Io in casa o in macchina sto anche lunghi periodi senza ascoltare nulla; mi piace sentire Radio24 (di musica ne fanno poca), guardare la TV o anche lavorare nel silenzio. Però l'ipod in mi ha davvero cambiato la vita nel camminare. Ascoltare musica in modalità shuffle, senza sapere quindi cosa verrà dopo ciascun brano, non mi fa solo passare il tempo in maniera più piacevole e quindi veloce, ma allarga il mio pensiero, talvolta mi fa vedere in modo diverso o più nitido ciò che ho intorno, mi provoca emozioni oppure amplifica quelle che ho già. Qualche giorno fa ho speso qualche lacrima furtiva per Canzone per un'Amica, che mi ha sempre straziato. Se potessi a volte canterei a squarciagola, mi limito però a muovere la bocca e solo se nessuno mi guarda. Mi colpisce poi come per me il ritmo sia importante; non solo lo sento ma mi è fastidioso fare qualcosa che lo contraddica. Spesso aggiusto il passo per andare a tempo; quantomeno devo poter muovere la testa in modo che non sia in contrasto con l'andatura. Settimana scorsa avevo il problema di tenere il tempo di Hush, un filino troppo veloce per la salita di via Rienza... Del resto ho già detto di come la danza sia uno dei miei sfoghi preferiti, anche quella solitaria e di come, se la pigrizia fosse meno marcata, mi piacerebbe poterne praticare di più.
Il libro non spiega il perché di questi fenomeni che sento così tanto ma li riconosce come esistenti; fortunatamente non mi dice per quale ragione certe melodie e certe armonie hanno un effetto così emozionante e per quale invece per esempio la musica contemporanea o il free jazz mi innervosiscono in maniera insopportabile. Non leva la magia alla musica. Ma come in tutti i suoi libri, Sacks riesce a fare convergere il punto di vista scientifico - attraverso il rigore, la profusione di dettagli ed esempi, le doverose citazioni del lavoro altrui - con il punto di vista umano, quello che riesce a capire, ad entrare in empatia anche senza i dettagli. E poi va ancora oltre, perché non solo illustra quello che accade ma cerca sempre di trovare sia le capacità di compensazione che gli spunti creativi che situazioni anche patologiche scatenano. Un grande uomo, un grande medico, un grande scrittore.
Adesso mi pare di sapere un po' di più su di me e un po' di più su quello che mi rende simile ma anche tanto diversa dagli altri. Mi pare anche di avere un po' più di speranza, perché provare a capire come funzioniamo può voler dire anche provare a capire come migliorare noi stessi ed aiutare chi ci circonda.
19:29:59 - Claudia - categoria: riflessioni  

Mon 13 October 08

Lo sapevate? Lavoro part-time!

In attesa di un post "originale" (che ho già in mente ma che mi devo mettere lì a scrivere) - nonché nell'attesa che mi torni la cavolo di adsl (no, not yet), appiccico qui la "solita" lettera al giornale locale, pubblicata stamattina... :-)

Cara Provincia,
stamane sulle tue pagine scopro che il ministro Brunetta pensa che io - insegnante di inglese di scuola superiore - faccio un lavoro part-time e guadagno perfino troppo.
Cominciamo col fare due conti. Sono stata una delle poche molto fortunate a laurearmi poco prima di un concorso ordinario e ho quindi 17 anni di servizio di ruolo alle spalle senza precariato, durante i quali ho accumulato ben 5 giorni totali di malattia. Il mio stipendio, da gennaio 2008, ammonta a 2.321 euro lordi, 1.596 netti. Lo scorso anno era di circa 200 euro in meno. SE lavorassi solo le 72 ore al mese in cui vado in classe prenderei ben 32 euro lordi all'ora, circa 22 netti. A occhio è meno di quelli che prende un meccanico (senza nulla togliere al bel mestiere che mi rammarico di non fare). Peccato che le lezioni si debbano preparare, peccato che le verifiche si debbano correggere, peccato che agli organi collegiali si debba partecipare. Rifacciamo i conti? La cifra sopra quasi si dimezza.
Quanto prende un notaio che fa mettere le firme ai suoi galoppini e che se sbaglia non paga? Quanto prende un avvocato per garantire la sua (inutile) presenza in un contenzioso? Quanto prende il medico generico che con fastidio compila ricette e impegnative per la persona che magari lo vede solo una volta all'anno? E lo specialista che sbaglia la diagnosi? Certo, ognuno di questi professionisti ha enormi responsabilità e, se svolge a dovere il suo mestiere, ha tutte le ragioni di pretendere il congruo riconoscimento. Tuttavia nessuno si sogna di prendere i cattivi esempi come simboli di una categoria (e quelli che ho fatto sono di vita vissuta...) , come invece avviene con gli insegnanti che, per preparazione accademica e responsabilità, dovrebbero essere sullo stesso livello.
Per carità ben vengano i controlli, ben venga la meritocrazia, io non ho nulla da temere. Anzi, dirò di più, sono anni che auspico che a scuola si stia 30 o 36 ore, entrando in classe quando è necessario ma anche preparandosi, correggendo, facendo tutto quello che è dovuto, senza doversi per forza comprare il computer, la linea adsl, la carta per stampare, le penne, le matite, il diario, il materiale per l'auto-aggiornamento.... Ma anche così com'è non mi venite a dire che faccio un lavoro part-time strapagato. Sennò mi incavolo.
15:27:20 - Claudia - categoria: riflessioni  

Sat 13 September 08

Who's who

In questi giorni molte dei miei neuroni sono occupati a cercare di unire nomi e visi di tutti gli alunni nuovi che ho; in tutto sono una sessantina su centrotrentatre. Nelle due quarte, dove circa la metà viene dalla mia terza, ho già memorizzato la maggior parte dei nuovi, quantomeno se ho il registro davanti; ho perfino da subito trovato il modo di riconoscere due gemelle identiche (complice l'ora di codocenza in cui ho avuto il tempo di osservarle). Ho qualche ritardo in più in prima.
Tutti gli anni alcuni li ricordo subito: il pierino di turno, quello che già dal primo giorno polemizza o si comporta come se fosse tuo fratello, quello che sembra molto bravo o già poco portato, quello che sembra già mezzo adulto e quello che sembra ancora un bambinetto, quelli che hanno lo stesso nome di battesimo e allora vanno nello stesso "mazzo", quello che non sai perché ma te lo ricordi... Con altri invece mi ci vogliono giorni anche semplicemente per riconoscerli come "miei" in mezzo alla massa fuori da scuola. E questo mi dispiace perché non voglio dar loro la sensazione che siano meno importanti o meno notevoli, non voglio che ci possano rimanere male.
Oggi allora li ho osservati un po' bene mentre facevano il test d'ingresso, mettendo dei segni di spunta mentali accanto a quelli già memorizzati e guardando il nome sul foglio degli altri, mentre consegnavano o mentre passavo loro accanto, cercando di rinforzare le sinapsi...
In generale pure le somiglianze aiutano - anche se a volte mi capita, nei momenti di minor concentrazione, di chiamare qualcuno col nome della persona che mi ricorda, così come mi succede con chi ha lo stesso cognome di qualche ex alunno.
Per i cognomi in ogni caso sono negata, di tantissimi è l'ultima cosa che imparo e la prima che dimentico, forse perché non li uso quasi mai per chiamare. Poi ho le amnesie anche con quelli che conosco da anni, vedo un viso in classe e non riesco a dire il nome, e allora se posso baro... "su, su ragazzi, andate avanti in ordine, non fatemi sempre chiamare tutti...".
Brutta bestia la mia memoria, quando imparerò a tenerne a bada il funzionamento sarà sempre troppo tardi.
19:31:14 - Claudia - categoria: riflessioni  

Thu 17 July 08

Della gentilezza

Nonostante io sia una persona in balia delle emozioni e quindi anche dei nervosismi temporanei, con scatti o commenti isterici, credo di essere fondamentalmente una persona gentile. A partire dalle piccole cose: per favore, grazie, grazie ancora, arrivederci (e grazie), sorriso alla cassiera del supermercato, mano alzata per ringraziare chi mi fa passare in macchina.... Cose così semplici che non si capisce perché alcune persone non ne vogliono sapere.
Le persone gentili hanno su di me un effetto positivo; mi fanno vedere il mondo sotto una luce migliore. Esempio: la settimana scorsa la commessa di un negozio di perline ci ha fatto lo sconto quando le ho raccontato (senza secondi fini) che mia nipote Julia (che era con me) lavorava in un negozio simile in America. Ne sono uscita di buon umore e non per i pochi euri risparmiati.
D'altra parte le persone cafone mi fanno venire un nervoso! Le commesse che sembra che ti facciano un favore a servirti e non ti salutano né ringraziano, quelli che in macchina si buttano, passano e non ringraziano, quella scema di oggi che mi ha chiuso in faccia la porta a vetri a casa di mia madre e, senza nemmeno grugnire, si è voltata dall'altra parte ed è andata - (fa niente che avessi la chiave, io l'altro giorno mi sono precipitata a tenerla quando ho visto che stava arrivando un tizio, il quale mi ha sorriso, ringraziato, detto che aveva la chiave e salutato, e ha fatto sorridere pure me!).
E' per quello che anche i miei nipoti (in Europa da una decina di giorni e da tre in mini-vacanza in Francia - con gran sollievo...), mi fanno rimanere male quando non salutano le persone che incontriamo, oppure quando non dicono please o thank you e si comportano come se fosse loro tutto dovuto.
E' per quello che invece mi trovo bene coi miei condomini, perché abbiamo tutti un po' lo stesso atteggiamento.
E' per quello che mi piace tanto V. (e anche un pochino più che mi piace, via...).
E' per quello che Alberto, Angelo, Fabio, Nadia di PASW sono così speciali.
E' per quello che l'ex moroso per cui ho inaugurato il blog mi faceva stare a disagio nei negozi o nei ristoranti, apparentemente educato ma falso e pronto a scattare.
Davvero, è così semplice!
19:23:03 - Claudia - categoria: riflessioni  

Mon 16 June 08

Criature

Non avendo figli non so e probabilmente non saprò mai cosa si prova nel momento in cui si capisce che è ora di lasciarli andare e in cui magari bisogna accettare un loro partner che non ci piace.
Le uniche mie creature sono dei siti; il primogenito è il sito del Pessina. Non è una creatura perfetta, ma mi è costata parecchia fatica e molto studio, l'idea che qualcuno ci possa mettere mano senza conoscenza o rispetto del perché le cose sono stata fatte in un certo modo mi fa accapponare la pelle.
Ma ormai non ha più senso che vi rimanga attaccata. Certo, non è che i soldini che mi danno mi facciano schifo, servono per una mini-vacanza (circa mille euri all'anno). Certo, il rischio che chi ne prenderà in mano le sorti lo stravolga è concreto... Ma ormai lo scollamento è troppo; mi mandano le notizie e io non so se sono tutte o no, a volte mi pare si contraddicano, a volte provo un senso di fastidio al lavoro che mi si richiede magari quando sto facendo altro; ci sono persone che mi scrivono per chiedere informazioni sulla scuola e io ormai non so più rispondere... Non ho nemmeno tanta voglia di rimettere mano a quelle parti magari obsolete a cui nessuno sembra badare, tipo la sezione sugli esami di stato. Il sito di una scuola deve essere tenuto da chi ci lavora, e il periodo di interregno ormai è durato troppo perché abbia ancora senso.
Non so cosa succederà ma ormai la decisione è presa. Forse coi figli, in effetti, è più complicato! :-)
18:08:52 - Claudia - categoria: riflessioni  

Wed 11 June 08

Riti e passaggi

E oggi finalmente ho terminato gli scrutini, il rito che segna davvero la fine dell'anno scolastico; non che questo segni anche la fine del lavoro. Settimana prossima per molti colleghi iniziano gli esami; io, graziata da quinte quest'anno, sarà impegnata nei corsi di recupero. Ma, insomma, gli scrutini sono sempre un momento di decisione importante; è capitato che li attendessi con più trepidazione o che ne uscissi più sdegnata o triste o delusa. Questi sono filati via abbastanza lisci, quasi con nessun disaccordo e nessuna palese ingiustizia. L'unica cosa che mi sorprende è il fatto di essere già a giugno inoltrato. Ho paura di svegliarmi e ritrovarmi nel marasma di verifiche dell'ultimo periodo. Se qualcuno legge questo per favore mi pizzichi così controlliamo che è vero.
E a proposito di riti e di passaggi, ieri, dopo aver scambiato due parole con un mio alunno di quarta, pensavo a quanto cambiano i maschi tra i 17 e i 18 anni. Non me n'ero mai accorta perché ho per 12 anni avuto un numero di alunni maschi che si contava sulle dita delle mani. Può darsi che questo fenomeno sia poi accentuato con la classe dell'interessato, partita da un altissimo livello di pigrizia, demotivazione, maleducazione, arroganza, rifiuto a prescindere quando li ho conosciuti in terza (vedi settembre 2006). Ora, pur non avendo ancora del tutto sconfitto l'indolenza che li caratterizza né compensato la non completa motivazione nell'indirizzo di studi, si intravedono davvero in loro gli adulti che saranno laddove lo scorso anno sembravano adolescenti impazziti. Quando ti parlano, al di fuori della classe in particolare, sono sorridenti, educati, spiritosi senza arroganza... Anche quando fanno gli impertinenti lo fanno come per imitare i se stessi che erano, per prendersi in giro.
Sono contenta di avere deciso di tenerli; lo scorso anno sembrava che avrei avuto la quinta in cambio (per questioni di part-time di una collega) e non me ne dispiacevo. Per puro calcolo egoistico avevo deciso di chiedere il cambio (la quinta sarebbe stata di 27, molti disgraziati e nessuno mai stato mio alunno) - pensavo "almeno so di che morte devo morire". Meglio così. Chissà, magari l'anno prossimo riesco perfino a convincerli a studiare... :-)

20:49:53 - Claudia - categoria: riflessioni  

Thu 05 June 08

E a me fa ridere...

... ancora rileggere l'appello del copri-spazzolino scritto quasi tre anni fa. Da allora, o meglio da quando il suo compagno ha ripreso ad essere al suo fianco, molti oggetti in casa hanno preso vita. C'è molta più allegria. E non solo tra gli oggetti, in effetti.
19:13:33 - Claudia - categoria: riflessioni  

Tue 03 June 08

Compassio

Black-out. Chi di noi non ne ha mai avuti? Quei momenti in cui non ricordiamo assolutamente se abbiamo staccato il ferro da stiro uscendo di casa, o in cui ci sorprendiamo per non avere chiuso la porta del garage (o spento la luce, come a me oggi). Ci innervosiamo, ci incavoliamo, giuriamo che faremo più attenzione la prossima volta, ci scriviamo appunti e bigliettini, facciamo mente locale ogni volta che facciamo qualcosa... fino alla volta successiva che succede.
In questi giorni non riesco a non pensare con un grandissima compassione a quella mamma che ha lasciato la sua bambina in macchina e l'ha ritrovata morta. Come ha fatto, come ha fatto? Se sorge spontaneo chiederselo altrettanto è comprensibile capire che può succedere. Solo che le conseguenze qui sono peggio che drammatiche.
Me la immagino durante la mattina nella classe dove ha fatto supplenza. Magari ha spiegato qualche passaggio ostico che la docente della classe non aveva saputo porgere bene, magari ha ascoltato qualche ragazzo preoccupato per la fine dell'anno, magari ha fatto qualche battuta o magari solo guardato per aria e zittito i ragazzi. E poi in sala docenti; magari ha chiacchierato e preso il caffè con qualche collega, magari ha sistemato le sue cose, magari dentro di sé si preoccupava per le piccole cose di ogni giorno o per il marito o per il tempaccio di questi giorni; magari faceva programmi per la piscina a giugno e per il mare ad agosto... Quanto sembrano belle questi pensieri, dopo.
Una vita appena cominciata è finita ma altre 4 sono distrutte. Non so lei come farà a riprendersi dal rimorso, ma penso anche agli altri due figli, "già grandi" diceva il giornale, sì, grandi..., "già" alle elementari.
Non ne riesco a scrivere bene ma mi sento una gran pena dentro.
21:23:58 - Claudia - categoria: riflessioni  

Wed 28 May 08

Liberazione...

Certe volte la soluzione è lì a portata di mano e semplicemente non ci si pensa...
Oggi soffrivo come sempre di imprigionamento da reggiseno, accessorio col quale, per quanto mi sia essenziale, ho da tempo un cattivissimo rapporto, specie da quando non riesco più assolutamente a trovarne della mia taglia senza ferretto. Fastidio, costrizione, mal di stomaco. Mi sono sdraiata qualche minutO, cercavo di rilassarmi e ping! L'illuminazione....
Ma togliamoli 'sti ferretti, no? E così ho fatto.
Il ferretto è inutile e fastidioso, ma basta un piccolo taglietto e si sfila facilmente. Via una bella ventina di aggeggi infernali nel sacco del riciclo.
Ora attendo illuminazioni di portata superiore.
17:14:16 - Claudia - categoria: riflessioni  

Thu 22 May 08

Meteoropatia

Stamane una mia collega di Italiano - persona normalmente pacata, gentile, simpatica - con voce lievemente stridula diceva "Se continua così uccido qualcuno!!!" . Pensavo che ce l'avesse con qualche alunno, colpevole di chissà quale efferatezza. Invece no, ce l'aveva col tempo.
Come non darle ragione? Un po' di pioggia a primavera ci sta pure, nessuno vuole il caldo d'agosto mentre si correggono i pacchi di verifiche di fine anno, né classi con le finestre spalancate sul traffico di via Castelnuovo e alunni in atteggiamento (e abiti) da spiaggia... Ma così! Quanto è, un mese, un mese e mezzo che ogni settimana sono più i giorni di acqua che quelli in cui si vede un timido sole?
La notte il rumore incessante del diluvio sul tetto mi innervosisce più di quanto già non facciano i soliti pensieri. Di giorno manca la luce, manca l'energia. Quando finirà? Finirà?
16:25:11 - Claudia - categoria: riflessioni  

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